PAGES

FLUXTALES 6

 

FLUXTALES 6

 

Occorre avere un’infinità carità per i sapori… soprattutto quando sono figli di ricette che conducono gli ingredienti alla fatalità dei “saperi”.

01

 

L’obiettivo della comunicazione sovversiva deve poter fare affidamento non soltanto sulla dialogicità del medium e sul potere dei linguaggi impropri, ma anche sulla possibilità di confutare i fantasmi della rappresentazione per squilibrare le immagini teologali del mondo e scombinare le fittizie coordinate del verosimile. In breve è compito del soggetto che si ribella mostrare una intelligenza dissoluta che mina i codici istituzionali agendo sui linguaggi. Per cominciare, con l’enfatizzazione linguistica degli eventi che fa scomparire lo spettacolo nelle nebbie della stasi.

Il détournement è un rituale d’inversione della società dello spettacolo.

 

L’allegrezza può mancare al riso come l’innocenza alla parodia.

04

 

La burocrazia è la forma ermeneutica del capitalismo come dottrina dell’azione, essa secolarizza il dispotismo come la radice naturale dell’artificio del modo di produzione.

 

Il cibo: da materia antropologica a sostanza artistica. È bastato un secolo dalle avanguardie storiche perché la metamorfosi fosse compiuta, riconoscendo all’immateriale la sua natura di sintomo.

 

Un’illusione positivista. Cogliere, nell’evidenza, il pregiudizio, come si coglie nell’anatomia del corpo la colpa.

02

 

La forma di spettacolo ha sfilato dalla canna del fucile della rivoluzione le baionette e ha fatto crollare una grande illusione, che possano essere le minoranze a fare la rivoluzione per le maggioranze. Non per caso da almeno un paio di generazioni si gioca sull’equivoco tra rivolta e rivoluzione.

 

La pala meccanica del capitale che per secoli ha spinto al possesso e che tanto impensieriva Max Weber si è trasformata, sotto lo spettacolo, in un lunapark dell’avere.

Com’è noto, le lingue introducono il verbo avere solo dopo che nella società si sviluppata una qualche forma di possesso personale delle risorse e delle opportunità.

Nel deserto freddo e rosso del Kalahari fino alla fine della seconda guerra mondiale i suoi abitanti non dicevano “io ho”, ma “questo è a me”…poi qualcuno vi ha scoperto pietre e terre rare…

 

Nel suo insieme il luogo della politica è il teatro permanente di manifestazioni perverse.

 

Se sappiamo distinguere tra moderno e modernità allora è chiaro: il senso, nella modernità, concorre a banalizzare l’ineffettualità della cosa.

Non è per caso che prima Honoré de Balzac e poi Walter Benjamin fossero così affascinati dai “grandi magazzini” e dai boulevard.

 

La grande lezione della Cueva de Altamira. La dimensione culturale della vita si è sempre espressa nel fatto che più la morte e la sessualità si avvicinano più si riconoscono l’una nell’altra.

 

Sotto il cielo dello spettacolo la vera arte è il mimetismo, esattamente come nelle religioni lo è il masochismo. Sotto questi panni alle religioni è congeniale gestire la violenza (l’aggressività) che esse stesse generano. Non solo, è attraverso questa filiera che la violenza è divenuta un modo di essere delle democrazie.

In altri termini, la violenza è la funzione ortopedica assegnata allo spettacolo.

 

Le salse oggi fanno tendenza. In questo nuovo ruolo soggiacciono all’erosione delle mode, tendono a de materializzarsi trasformandosi in “giocattoli cucinari”, questo le aiuta a nascondere ciò che sono diventate, “liquami culturali”.

 

L’arte moderna come le salse servono a addolcire la spaesata durezza di certi companatici. Facciamo un esempio: le salse, sulla cui superficie galleggiano le illusioni, coprono con la cultura i delitti del mattatoio.

03

 

 

L’inconcepibile segreto della gastrosofia di Charles Fourier è il paradosso della salute attraverso il piacere. Un prologo ad una pedagogia del desiderio che fa da asse alla produzione della socialità, allo zuccherato contro l’acido, alla sciropposità dell’armonia e dell’equilibrio.

 

Sulle ricette delle salse borghesi, non importa se mescolate con il “cucchiaio d’argento”, galleggia lo strano legame che lega la farsa del matrimonio ai delitti della sessualità di classe.

 

Alexandre Dumas è perentorio: L’abitudine fortifica il gusto, una buona salsa aguzza l’appetito. Virtù di altri tempi, quando si scrivevano romanzi storici con il nome della madre.

 

*****

 

Un pensiero su “FLUXTALES 6

  1. Pingback: CHE COS’È IL CIBO. FENOMENOLOGIA DELL’ESCA – vigilas